Passa ai contenuti principali

Marketing vs Sales

Diciamoci la verità in faccia: capita talvolta di riscontrare in certe aziende una chiara antinomia  tra Commerciale/Vendite e Marketing.

Il Commerciale/Vendite si occupa di portare “a casa” i soldi, analizzare il mercato, creare le promozioni… Il Commerciale fa il lavoro "sporco".
Il marketing si occupa di spendere i soldi, si occupa di fiere, cataloghi, merchandising, eventi, pubblicità, PR. Il marketing si fa venire idee brillanti.

Questo tipo di suddivisione dei compiti non sempre produce quella collaborazione che sarebbe auspicabile, tra Marketing  e Sales. Anzi… Spesso sfocia in guerra, fredda o calda che sia.

Il marketing infatti si arrocca nel suo ruolo di “fornitore interno” del Sales: procura gli strumenti che reputa più adatti al Commerciale con il proprio budget.
Sceglie le ultime novità, le cose più carine, l'effetto pubblicitario grandioso e tanto deve bastare.  

Una previsione sui risultati?
Non è mica affar suo, non ha la sfera magica. Dipende poi dalle vendite!
Ecco: il fatto è che invece dovrebbero esser le vendite a dipendere dal risultato della campagna di marketing.


Viene quindi spontanea la domanda (specie ai venditori): ma cosa conosce il marketing (se non conosce i numeri) della  vita di chi vende, delle loro difficoltà, delle esigenze di chi si confronta ogni giorno con i clienti?
La risposta è “nulla”.

E qui nasce il reciproco disprezzo tra l’orgoglioso “uomo da marciapiede”, cacciatore e raccoglitore di fatturati e l’intellettuale da scrivania.
Ma se il marketing non si dedica ai numeri, gli manca il contatto profondo con il suo proprio mondo, mancano sia le informazioni qualitative (che i venditori presentano in abbondanza) sia quelle quantitative, gli manca la visione.


Il marketing svolge egregiamente la propria funzione se, per progettare, acquisisce prima dimestichezza con risultati e obiettivi di vendita aziendali, sui quali deve avere competenza. 


Per produrre una promozione o una campagna il marketing si deve impegnare con gli stessi obiettivi del commerciale.
Altrimenti sta solo giocando con le parole e con i colori, deresponsabilizzato e felice come un bambino.

Mi è capitato di chiedere dell’andamento delle vendite e degli obiettivi commerciali a dei marketing manager e sentirmi rispondere “non ho ancora avuto notizie dal commerciale” o anche solo “ho questo un budget da spendere”, oppure numeri in allegra casualità. Raro, ma è successo.

Ma la business intelligence, i dati, i mercati non dovrebbero essere analizzati dal marketing?
La strategia di vendita chi la fa?

Chi ha la responsabilità di vendere ha bisogno di soluzioni per essere efficace sul mercato, non deve fare da solo analisi e proposte, per poi sentirsi dire dal marketing “il budget è mio”.

Cosa ne pensate? Qual è la vostra situazione?

Chiara Tonon

Commenti

  1. Dubbio ancestrale.... vendite al servizio del mkt, o mkt al servizio delle vendite. Plebe verso nobiltà. Personalmente ad oggi ho vissuto situazioni dove la COLLABORAZIONE tra i 2 reparti importanti dell'azienda non è mai stata granché. Il mkt fa attività senza deciderne l'entità della spesa, che dovrebbe dipendere dalla condivisione degli obiettivi di comunicazione (per cominciare) da raggiungere, condivisi e discussi con le vendite. Che non hanno voce in capitolo e mediamente parlano al vento. Rispondono a domande con argomenti che vengono considerati pretestuosi. Dati dispensati -dal mkt- all'uomo/venditore -durante meeting noiosi e poco utili-, per vendergli quanto bravi sono gli altri (competitor) a fare e quanto poco lui si impegna per prevalere (a vantaggio dell'azienda). Risultato, guerra tra poveri e poca utilità dell'azione in assenza di una sinergia. Oggi più che mai fondamentale.

    RispondiElimina
  2. Grazie Stefano Gaspari, per l'esperienza condivisa. Purtroppo si riscontra spesso questo scontro tra diverse funzioni aziendali (come anche tra vendite e amministrazione, no?).
    Servirebbe una funzione integrativa. In molte aziende strutturate c'è un direttore commerciale che coordina sia le vendite sia il marketing. Non è una cattiva idea. La collaborazione è necessaria per far funzionare le cose, specie in momenti di crisi.
    Ciao e grazie di nuovo

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

“Il cliente è un asset, non un bene consumabile”

Si può riassumere così, in termini aziendalistici, il valore della centralità del cliente nei processi di mercato.  “Il cliente è un asset, non un bene consumabile” Non si tratta "solo" di un tema di marketing, ma della consapevolezza che deve permeare tutte le funzioni aziendali se si vuole giungere al successo e far crescere il valore. Non basta un CRM, per la customer centricity (talvolta non serve neppure). Serve invece la voglia di incontrare i clienti, comprendere le loro esigenze e i loro obiettivi, capire come soddisfarli con prodotti e servizi, al prezzo corretto e distribuiti in modo accorto. Per funzionare davvero la customer centricity è un concetto che dovrebbe guidare l’evoluzione aziendale a partire dalla gamma, non solo riguardare i momenti di contatto con il cliente. Le persone si interessano a noi nel momento in cui parliamo con loro, di loro. Lo stesso vale sui mercati. Perché siamo sempre esseri umani in relazione con altri esseri umani.

Cambiare tutto o non cambiare niente, oggi?

In un contesto di mercati iper-competitivi e in rapida evoluzione come quello odierno, non porsi alcune domande, che potrebbero anche sembrare assurde o provocatorie, può generare disastri. Una delle cose che si dà per scontata in azienda è "cosa facciamo e per chi". Il core-business è un dato di fatto e tutto quello che esula è guardato con sospetto, a volte addirittura con disdegno. Un esempio? Se faccio macchine professionali per... (qualsiasi cosa, dal cucito alla cucina, dal lavaggio al giardinaggio), difficilmente prendo in considerazione l'idea di passare al mass market, al domestico, anche quando è poco presidiato. Perchè?  Perchè il prodotto di mass market è spesso percepito come meno pregiato o prestigioso. Ma, c'è un grande ma. Ho correttamente valutato le opportunità che potrebbero essere insite in un cambio di passo, oppure semplicemente lavoro come ho sempre fatto? Il più delle volte, ammettiamolo, non facciamo neppure un esercizio di stile, semplicement

L’importanza del feedback nelle azioni di marketing

Che senso ha qualsiasi azione se non si ottiene riscontro degli effetti che ha avuto? Nessuno fa una dichiarazione d'amore senza attendere la risposta. Nessuno si mette alla guida senza tenere sotto controllo ciò che accade davanti (e tutt’intorno) all’auto, nonché sul cruscotto. Nessuno cucina la cena per la propria famiglia senza attendere con gioia l’effetto del primo boccone. Un sorriso o un naso arricciato possono essere sufficienti, un complimento è sempre gradito. Si può quindi pensare di implementare delle azioni commerciali o di marketing senza chiedere dei risultati qualitativi e quantitativi , senza essersi prefigurati degli obiettivi , senza aver immaginato degli strumenti (anche imperfetti) per misurare gli effetti delle azioni stesse? Eppure in molte aziende, anche di grandi dimensioni, non c’è attenzione a questo genere di aspetti, specie se il marketing è confuso con la comunicazione, sineddoche così frequente, che pare consentire di rimandare