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“Il cliente è un asset, non un bene consumabile”

Si può riassumere così, in termini aziendalistici, il valore della centralità del cliente nei processi di mercato.  “Il cliente è un asset, non un bene consumabile” Non si tratta "solo" di un tema di marketing, ma della consapevolezza che deve permeare tutte le funzioni aziendali se si vuole giungere al successo e far crescere il valore. Non basta un CRM, per la customer centricity (talvolta non serve neppure). Serve invece la voglia di incontrare i clienti, comprendere le loro esigenze e i loro obiettivi, capire come soddisfarli con prodotti e servizi, al prezzo corretto e distribuiti in modo accorto. Per funzionare davvero la customer centricity è un concetto che dovrebbe guidare l’evoluzione aziendale a partire dalla gamma, non solo riguardare i momenti di contatto con il cliente. Le persone si interessano a noi nel momento in cui parliamo con loro, di loro. Lo stesso vale sui mercati. Perché siamo sempre esseri umani in relazione con altri esseri umani.
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Cambiare tutto o non cambiare niente, oggi?

In un contesto di mercati iper-competitivi e in rapida evoluzione come quello odierno, non porsi alcune domande, che potrebbero anche sembrare assurde o provocatorie, può generare disastri. Una delle cose che si dà per scontata in azienda è "cosa facciamo e per chi". Il core-business è un dato di fatto e tutto quello che esula è guardato con sospetto, a volte addirittura con disdegno. Un esempio? Se faccio macchine professionali per... (qualsiasi cosa, dal cucito alla cucina, dal lavaggio al giardinaggio), difficilmente prendo in considerazione l'idea di passare al mass market, al domestico, anche quando è poco presidiato. Perchè?  Perchè il prodotto di mass market è spesso percepito come meno pregiato o prestigioso. Ma, c'è un grande ma. Ho correttamente valutato le opportunità che potrebbero essere insite in un cambio di passo, oppure semplicemente lavoro come ho sempre fatto? Il più delle volte, ammettiamolo, non facciamo neppure un esercizio di stile, semplicement

Basta frasi fatte!

Ogni tanto sono sconcertata dalla convenzionalità di comunicati stampa, publicità, articoli... e soprattutto titoli. La totale mancanza di creatività porta alle frasi fatte e le frasi fatte sono sciatte, spesso stupide, sempre in-tol-le-ra-bi-li. Se ci si occupa di comunicazione bisogna avere, se non creatività, almeno un po' (meglio: tanta) di precisione nell'esprimersi. Avete bisogno di esempi? Vi porgo la mia personale top 5 del fastidio: 5) Soddisfatto o rimborsato 4) Lo facciamo da N generazioni 3) Made in Italy 2) Lo facciamo per passione / Ci mettiamo tutta la nostra passione 1) L'innovazione della tradizione Oltre a essere brutte le frasi fatte sono: aspecifiche: chiunque (o quasi) può scrivere la stessa cosa autoreferenziali: parlo di me senza prendere in  considerazione i bisogni del mio cliente o prospect vuote e noiose: non significano nulla, non danno valore a nulla, non esprimono concetti forti e interessanti. sciatte: zero impegno e zero interesse che dimostr

Nuovi modelli di business - Il Business Canvas

Un modello di business descrive la logica in base alla quale un'organizzazione crea, distribuisce e cattura valore   [Alexander Osterwalder e Yves Pigneur in "Creare modelli di business] In tempi di crisi un imprenditore coraggioso può decidere di seguire nuove strade, per affiancare o sostituire le modalità abituali di approccio al mercato. Creare o innovare il proprio modello di business è un'innovazione radicale e delicata, che investe l'azienda in modo totale. Uno degli strumenti più efficaci per guidare questo tipo di cambiamento è il Business Canvas, una sorta di tela in cui l'imprenditore il consulento o il manager dipingono il nuovo modello facendo riferimento a 9 elementi costituitivi: I segmenti di clientela cui l'azienda si rivolge La proposta di valore distintiva I canali di comunicazione, distribuzione e vendita Le relazioni con i clienti I Flussi di ricavi Le risorse chiave a sostegno della propria offerta di valore Le attività chiave a sostegno d

LA COMUNICAZIONE AZIENDALE NELLE EMERGENZE

La comunicazione aziendale è da sempre uno degli strumenti strategici e più delicati a disposizione delle imprese. Nei momenti di crisi è utile fare attenzione affinché le modalità di comunicazione e i contenuti siano coerenti sia con la “voce” aziendale sia con la sensibilità del pubblico di riferimento e opportuni rispetto al momento storico. Ecco una check list in 5 punti per i momenti di tensione: Empatia: tieni conto dello stato d'animo del tuo pubblico e non discostartene troppo. Cerca di essere un po' più positivo e posato, senza fomentare o dare sfogo a emotività negative. Trasparenza e verità: serve rassicurare gli stakeholder e il proprio pubblico, mantenendo alti livelli di fiducia. Coordinamento: la comunicazione aziendale deve essere sempre condivisa tra tutte le funzioni per rendere congruente il dire e il fare. Coerenza tra comunicazione interna ed esterna: i confini dell’azienda sono sempre permeabili. Comunica correttamente con i dipendenti e i coll

Lo sconto aiuta a vendere di più?

Quando le aziende italiane hanno bisogno di spingere sulla crescita del fatturato, la prima opzione che si pongono spesso riguarda la scontistica supplementare da applicare per indurre i clienti ad acquistare di più. Prima di prendere una decisione così delicata sulla leva prezzo ritengo doveroso porsi alcune domande: 1)     La domanda dei miei prodotti o servizi è elastica rispetto a una variazione, pur favorevole, del prezzo? Ci sono molti casi infatti in cui una riduzione del costo per il cliente non implica direttamente un aumento degli acquisti. Per esempio se i miei prezzi sono già al livello di prezzo corretto, se i miei clienti non fanno stock, se non hanno la necessità di aumentare i propri consumi o se lavorano su progetto o commessa, la mia attività di sconto potrebbe tradursi semplicemente in una riduzione della mia redditività. 2)     Lo sconto è ciò che i clienti veramente mi chiedono? Accade talvolta che una richiesta di sconto ulteriore, in realtà, mascheri un

IL BRAND E LE PMI

" Buongiorno, sono il titolare di una PMI. Ho bisogno di aumentare il fatturato e il numero di clienti. Voglio fare brand. " Questo tema è delicatissimo per lo sviluppo delle migliaia di PM I che caratterizzano il panorama produttivo in Italia. Il mantra del "brand" come panacea di tutti i mali ha colpito al cuore moltissimi imprenditori che, da sempre focalizzati sull'eccellenza del prodotto, oggi sono frastoranti da mercati sempre più veloce e spietati, ipercompetitivi. Fare brand è diventato un must, ma le cose stanno proprio così? Dipende, direi. Dipende da un sacco di fattori, tra i primi la produzione caratteristica dell'azienda, le sue dimensioni e la disponibilità finanziaria. Alle piccole aziende, alle aziende famigliari con meno di 50/100 dipendenti, votate da sempre alla produzione conto terzi e abituate a cogliere qualche occasione sui mercati internazionali, oggi, dopo 15 anni come marketing manager nelle PMI del triveneto mi sento d